La via Pascoli era “costellata” di osterie?

 

Nella presentazione del volume I ponti dimenticati sul Conca, Valeria Antonioli, Assessore alla Cultura del Comune di Cattolica, scrive a proposito della sua città:

Nota nel Cinquecento come “loco di gran passo” [ndr. vd. M.L. De Nicolò, La Cattolica del Cinquecento, p. 134, nota 3], la città [?] si mostrò precocemente attiva e incline ai servizi di accoglienza dei viaggiatori, l’attuale via Pascoli era costellata di osterie là dove oggi sorge il Museo era un ospitale, interessante era la stazione di posta che permetteva il cambio dei cavalli.

Occorre mettere subito a fuoco il passaggio in cui la Antonioli richiama l’ “attuale via Pascoli”, ripresa testualmente da quanto riportato nello stesso libro dalla Responsabile del museo della Regina che, a proposito, scrive:

 

Cattolica, nota nel Cinquecento per la sua valenza itineraria e la sua capacità ricettiva e di ristoro che già in età romana si era manifestata e che probabilmente perdurò nel Medioevo, fu disseminata lungo l’attuale via Pascoli di osterie e di luoghi per l’accoglienza, talora dotati anche di stallatici …

 

Prendendo in esame l’attuale toponomastica urbana, va specificato che oggi via Pascoli si snoda dall’imboccatura di via Fiume all’innesto con via Saffi. Da quest’ultimo incrocio, fino alla piazzetta Vincenzo Filippini (già Piazza Maggiore e poi Piazza Luigi Ferrari e Piazza Piave), la strada prende il nome di via Cattaneo (già Umberto I). Da piazza Filippini a via Cavour il tratto stradale richiama invece la “breccia” di Porta Pia (1870), riportandone la data, XX settembre. Veniamo ora ad un breve cenno all’insediamento originario del medioevo. La lottizzazione conseguente all’impianto del castrum medievale, avviato nel 1271, inglobava pertanto le attuali vie Cattaneo e XX Settembre, lungo le quali presero vita, fin dalla fine del Duecento, i complessi ospitalieri, laici e religiosi, dotati di tutti i servizi speculari alle necessità del viaggiatore, che comprendevano anche i ricoveri per gli animali. In un breve tratto della via Pascoli, da via Saffi ai piedi dell’erta/costa, sorgeva invece il burgus, esterno al castrum Catolicae interamente ubicato invece sul piano terrazzato. Solo a partire dalla seconda metà del Cinquecento si documenta la costruzione di alcune case/alloggio, come l’osteria del Pellegrino (1575), nell’area “bassa” dell’abitato. Il nucleo storico più consistente di esercizi ricettivi (osterie, locande, stallatici) si concentrava infatti a monte, appunto sul piano terrazzato e non nella fascia litoranea sabbiosa. Alcune di queste strutture erano dotate di insegne ed è stata ampiamente dimostrata per molte di esse una funzionalità plurisecolare.

Insomma castrum e burgus compaiono quasi contemporaneamente, ma le principali strutture ospitaliere rimangono collocate lungo l’asse viario rappresentato oggi dalle vie Cattaneo e XX Settembre. Il burgus, come si è detto, era collocato tra il castrum stesso, il cui limite verso Rimini può essere indicato dalla posizione della porta Vercellese (a ricordare il cardinal di Vercelli Guido Ferrero) e il corso del rivus Catolice (rio delle Vivare), che attraversava la via Flaminia ai piedi dell’erta, scorrendo poi verso il mare attraversando gli spazi segnati oggi da via Giordano Bruno e via Liberta. Oltre il rivus, lungo il percorso della via Flaminia l’area risultava totalmente deserta, priva di caseggiati.

La via Pascoli, o meglio gli edifici che si affacciano su quell’asse stradale, per ribadire il concetto, compaiono molto più tardi. Costruiti su terreni sabbiosi concessi gratuitamente dalla comunità di Rimini e rappresentano l’espansione urbana dell’abitato avvenuta tra la fine del Cinquecento e il primo Settecento. Lungo questo percorso si documenta solo nel Settecento la presenza della locanda appartenuta ai Del Prete, dotata di porticato, segnalata anche nel Catasto Calindri.

In conclusione: non si può lasciar correre e accettare quanto riportato dall’Assessore alla Cultura Antonioli, perché “l’attuale via Pascoli” non è mai stata “costellata di osterie” in età medievale e moderna.