Questo saggio prende in esame i vari testi che, tramandando sino ai nostri giorni le versioni della leggenda della ‘città profondata’, collocata a partire dalle prime rappresentazioni cartografiche nel mare antistante la foce del fiume Conca, hanno permesso di valutare le motivazioni che hanno alimentato questa tradizione e, soprattutto grazie alla scoperta di nuove fonti e ulteriori apporti documentari, di considerarne gli eventuali nessi storici. Alla luce, soprattutto di significative rilevazioni archivistiche è stato possibile accertare, senza ombra di dubbio, il sito topografico di Conca (castello e pieve), collocato sull’altura di Monte Vici, a pochissima distanza dal mare e in posizione strategica anche per il controllo della via Flaminia. L’individuazione del sito è stata essenziale per chiarire la storia dell’intero territorio. L’ubicazione, l’abbandono e la scomparsa del castello Conca, insieme alla decadenza progressiva della pieve di San Giorgio ad esso collegato, si rivelano infatti un nodo importantissimo per la comprensione della riorganizzazione degli insediamenti inglobati nell’antico plebato di Conca e riconoscibili, grosso modo, entro i confini degli attuali comuni di San Giovanni in Marignano e Cattolica, e contribuiscono a spiegare i fattori antropici e naturali che possono aver dettato la scelta del nuovo sito e la fondazione nel XIII secolo di un nuovo insediamento, fortificato, il castello nuovo di San Giovanni in Marignano che diverrà di lì in avanti il perno della vita sociale, religiosa ed economica della bassa valle del Conca.
La ricerca che parte dall’analisi delle fonti per valutare due aspetti della questione: 1. la realtà storica dell’insediamento denominato Conca; 2. gli elementi di connessione fra quell’insediamento e la tradizione della ‘città sommersa’ dalle acque, avanzata per la prima volta Biondo Flavio da Forlì (1452).