Primo studio sui manufatti ipogei presenti nel centro storico di Cattolica, messi in luce grazie ad un rilievo di queste strutture sotterranee realizzato tra il 1956 e il 1967 dall’architetto Luigi Filippini, facente parte di un gruppo di cattolichini appassionati di archeologica: Fabio Franca, Getrt Forstner, Amedeo Di Giacomi, Sergio Pericoli). La documentazione raccolta (rilievo e servizio fotografico effettuato da Alberto Marchi), che ha permesso anche di evidenziare, grazie alla collaborazione in questo studio di un insigne bizantinista, Antonio Carile, il reale significato del toponimo Cattolica, assegnato all’insediamento nell’atto di fondazione (1271), quale sopravvivenza dell’antico termine greco-bizantino Katholikà, indicativo di luogo pubblico. La destinazione d’uso di queste grotte, che ha alimentato negli anni ’90 nuovi sopralluoghi ed anche diverse aleatorie congetture, ha trovato una definitiva spiegazione che ne qualifica la natura originaria di strutture per la conservazione del vino alla luce di documentazione bibliografica e carte d’archivio dei secc. XVII-XVIII analizzati dalla scrivente in Le tane del vino. Cantine, ‘volte profonde’, grotte (2010) e in, Storia per luoghi I, Cattolica vedi infra.