Il recupero dell’archivio di lastre e cartoline-campionario del laboratorio fotografico Fotocelere di Torino, limitatamente ai soggetti relativi a Cattolica, al litorale e ai dintorni (Gabicce, Gradara), è avvenuto a metà degli anni Ottanta. All’amico Alberto Marchi, importante figura nel panorama dell’arte fotografica di carattere turistico del dopoguerra, impegnato insieme al fratello Dante a cogliere l’immagine balneare della città per la produzione di dépliants di alberghi e di opuscoli pubblicitari della spiaggia per lo studio fotografico Galvani di Medicina e per la Rotalfoto di Milano, debbo l’individuazione del fondo oggi oggetto di studio. La Fotocelere, come la Rotalfoto, la Pizzi e Pizio, la Cesare Pezzini di Milano, la Longo e Zoppelli di Treviso, la Barabino e Graeve di Genova, aziende presenti sulla scena commerciale almeno dagli anni ’30 e con importanti commissioni di lavoro sulla riviera romagnola da parte delle varie pro-loco, delle aziende di promozione turistica e dei proprietari di alberghi, erano stabilimenti fotografici e industrie grafiche specializzati nella propaganda a carattere turistico e stampavano, oltre a cartelli, calendari, manifesti e opuscoli pubblicitari delle località balneari e luoghi di soggiorno, anche prospetti di alberghi e cartoline.

 

La politica aziendale, improntata su “esigenze di carattere pratico” si prefiggeva di comporre una sorta di sillabario visuale servendosi per questo fine di esperti fotografi quali, tanto per citarne alcuni, Vitale Valvassori di Ravenna, Bruno Stefani di Milano, Josic Ciganovic e Virgilio Petrosi di Roma, le cui riprese venivano richieste anche per illustrare le pubblicazioni periodiche e monografiche dell’Ente Nazionale Industrie Turistiche di quegli anni. Le amministrazioni locali puntavano molto sull’immagine e a questo scopo, già dal primo dopoguerra, nelle stazioni balneari erano stati attivati appositi comitati con il preciso compito di studiare il lancio pubblicitario.

 

In quest’ ottica , nell’estate del 1927, l’Azienda di soggiorno di Cattolica aveva promosso una gara a premi per la migliore immagine richiamando fotografi di professione da varie città italiane a riprendere scorci e scene della spiaggia e della vita balneare in genere. In quell’occasione furono selezionate per l’assegnazione del premio finale le fotografie di Alberto Galvani, di Bottero, di Angelo e Giulio Bianchi, di Luigi Capitanio, di Ugo Bocci, che venne poi designato vincitore.

 

La Fotocelere e la Rotalfoto, specializzate soprattutto nella produzione di cartoline, risultavano le dirette eredi dello Stabilimento Alterocca , l’importante laboratorio fotografico di Terni di cui, come per lo studio Alinari di Firenze, si ritrova testimonianza nelle più antiche cartoline raffiguranti città e centri minori fin dal cadere del secolo scorso. Alberto Marchi, autore per la Rotalfoto di non poche riprese fotografiche, ed anche di panoramiche aree (peraltro parzialmente pubblicate nel volume Cattolica. Il Boom, 1950-1970, 1995), venuto a conoscenza, grazie a personali rapporti di lavoro, delle decisioni prese dalla direzione della Fotocelere di scartare i materiali più antichi, non più utilizzabili a fini commerciali, aveva sollecitato un albergatore di Cattolica, Eugenio Francolini, cliente da lunga data di quella azienda, a salvare dal macero e dalla dispersione il lavoro fotografico riguardante Cattolica, invitandolo a prelevare materialmente dall’azienda torinese, unitamente ai negativi dei soggetti prodotti in passato per le Edizioni Francolini, anche tutto l’eventuale campionario esibito in anni diversi dai rappresentanti presso i vari clienti della città, con relativo fondo di lastre originali. Un intervento provvidenziale, quello di Eugenio Francolini, che ha permesso di recuperare (pur nella limitatezza di una singola località censita), insieme alla storia visiva dell’evoluzione turistica della città di Cattolica e della riviera romagnola, un pezzo di storia della fotografia degli anni ’30 -’60. Fin da una prima valutazione delle lastre e dei positivi di questo archivio, consegnatomi da Eugenio Francolini nel 1985, consapevole dell’indiscutibile valore culturale dei materiali, sia ai fini di una valutazione storica delle immagini fissate, sia anche sotto il profilo della possibile indagine sulle tecniche fotografiche di ripresa, sviluppo e stampa adottate per la loro realizzazione, ritenni opportuno, per un’ ottimale conservazione dei negativi, in massima parte lastre di vetro di diverse dimensioni, ritagliate artigianalmente e trattate con vari procedimenti, di depositare il tutto presso il Gabinetto fotografico del Centro Culturale Polivalente di Cattolica, ormai riconosciuto peraltro anche quale importante centro di documentazione dell’immagine balneare. Il corpus, indipendentemente dalla qualità delle immagini e delle elaborazioni grafiche di figure femminili di supporto ad una serie di panoramiche, comunque interessanti, databili agli anni ’50, si rivela, nonostante documenti un passato abbastanza prossimo, un giacimento di informazioni, un deposito da cui trarre elementi di lettura indubbiamente utili a seguire l’evoluzione socio-economica e culturale del centro. Il campionario della Fotocelere risulta inoltre per certi versi esemplificativo di programmi commerciali generalizzabili, per quanto concerne la scelta dei soggetti e la ricerca delle inquadrature, anche agli altri stabilimenti fotografici menzionati, di cui tuttavia manca documentazione per la perdita totale dei rispettivi archivi di deposito. Di quelle produzioni si sono conservati a tutt’oggi solo gli esemplari che da qualche anno alimentano il fiorente mercato del collezionismo, specie per le cartoline e per i manifesti. La documentazione fotografica in nostro possesso illustra trent’anni di balneazione a Cattolica e risulta il prodotto di un’operazione a carattere marcatamente pubblicitario.