La storia di Cattolica ha rappresentato un campo di ricerca particolarmente significativo e variegato che ha portato alla pubblicazione dal 1979 ad oggi oltre che dei tre volumi La Cattolica del Cinquecento; La strada e il mare; Cattolica di Romagna. Nascita di un comune, anche di una serie cospicua di saggi e articoli su temi monografici che spaziano dall'età antica alle vicende urbanistiche dell'ultimo secolo. La ricostruzione delle vicende del passato di Cattolica fin dalla prima esperienza editoriale non è stata impostata seguendo il modello "classico" dello scrivere la storia dei luoghi, tipico di tanti libri di storia municipale impostati a delineare con taglio diacronico l'evoluzione della città, ma si è orientata invece sull'individuazione delle specificità dell'insediamento. Si sono prodotte infatti esercitazioni storiche indirizzate su diverse proiezioni di ricerca, con l'applicazione di una metodologia per certi versi esemplificativa delle potenzialità di utilizzo delle fonti locali. L'interesse di ricerca del primo studio rimane concentrato sul Cinquecento, un secolo di svolta nello sviluppo del centro dal punto di vista sociale, economico e urbanistico in cui però si possono ancora riconoscere interessanti tracce di un passato anche remoto. La documentazione compulsata, indubbiamente ricca e significativa, permetteva infatti fin da subito di identificare le vocazioni ambientali e le strutture che davano una precisa connotazione all'intera storia del luogo: le caratteristiche geomorfologiche del sito, la crescita dell'abitato lungo l'asse della Flaminia, la qualità dell'insediamento che tradisce un ordito di attività tutte legate alla strada e all'ospitalità (mercenaria: osterie e alberghi, botteghe di maniscalco; assistenziale caritativa: ospedale dei pellegrini, chiesa di Santa Croce). In questa prima trattazione dunque era già messo a fuoco una sorta di "contenitore", il luogo appunto, che si è tentato di connotare e conoscere ulteriormente attraverso le microanalisi sulla società ivi operante pubblicate negli anni a seguire, raccolte in volumi, saggi e articoli, supportati da vari tipi di fonti e da una più ampia documentazione recuperata da archivi e biblioteche italiane e straniere, che hanno consentito di allargare la conoscenza storica ai secoli anteriori e posteriori al Cinquecento. In ogni contributo, indipendentemente dal momento storico e dall'argomento privilegiati, emerge quella che è la costante che muove tutta la storia di Cattolica, cioè il sito, vero carattere originale di questo centro. Mi limiterò a spiegare la costruzione del volume La strada e il mare (1993), che per certi versi anticipa e concretizza quelli che sono rimasti fino ad oggi i miei principali interessi di studio, allargati però ad altri e più ampi ambiti geografici. Il titolo, non casuale già trattiene in sé i due filoni su cui si innesta la ricerca: la strada e il mare. I due termini, che intitolano rispettivamente la prima e la seconda parte del libro, risultano le due direttrici che influenzano e modellano la storia di Cattolica. La prospettiva di indagine di questo lavoro però è sostanzialmente diversa da quella perseguita nei precedenti contributi, per certi versi più ambiziosa, perché punta ad utilizzare la storia locale applicando metodologie storiografiche che permettono di innestarsi in una più vasta storia regionale e nazionale. L'intento è appunto quello di improntare una sorta di monitoraggio su una realtà presa a campione per inseguire una storia che trascende il localismo e riflette nel particolare fenomeni di più ampie dimensioni. Analizzando questa realtà anche attraverso informazioni esterne all'ambito locale, indirizzando semmai lo sguardo all'esterno con un'ottica più vasta, emergono ancor meglio le specificità, le singolarità e le caratteristiche di questo centro. Fra queste singolarità emerge sempre quella fondamentale: l'ubicazione. Una posizione, quella di Cattolica, certamente particolare, nella pianura padana almeno, dal momento che si colloca in un incrocio fra elementi topografici diversi che ha un grosso peso nella sua storia e in quella della comunità che qui si è insediata. Lucio Gambi nella presentazione del volume La strada e il mare, sponsorizzato dalla Banca di credito cooperativo di Gradara e avvenuta a Pesaro (palazzo della Provincia) nella primavera del 1994, precisava che nella pianura padana solo Monfalcone presenta una situazione analoga: Monfalcone è allo sbocco di una grande valle, quella dell'Isonzo, all'innesto di una breve penisola, quella istriana; Cattolica invece si trova alla fine della pianura padana, allo sbocco di piccole valli a pettine che scendono dall'Appennino montefeltrano. Là esiste un confine di grande entità, fra grandi stati, che va dal XII secolo fino al 1797 ed anche qui troviamo un confine di lunghissima data, anche se via via che il tempo è passato ha perduto il suo valore e lo conserva oggi solo da un punto di vista politico-amministrativo. Entrambe le località hanno la funzione di chiavi di accesso alla pianura padana con una significativa apertura sul mare. Unica differenza fra esse il fatto che Monfalcone ha costituito all'interno del mondo friulano un'entità, una comunità con una sua personalità giuridica molto forte, Cattolica invece fino a un secolo fa, fino al 1895, non ha alcuna personalità giuridica, dipende amministrativamente da San Giovanni in Marignano (le vicende amministrative che porteranno alla creazione del comune autonomo trovano spazio nel volume Cattolica di Romagna, Nascita di un comune, 1996). Queste le differenze e le somiglianze fra l'una e l'altra località. Entrambe salite a importanza notevole, con una fortuna crescente fin dai secoli medievali, entrambe punti di controllo su di una viabilità di grande portata, non locale, entrambe porti e scali segnati fin dal Medioevo nelle carte nautiche. In una situazione d'incrocio come quella delineata gli strumenti con cui la storia si esercita sono di necessità le strade, che proprio per la particolarità geografica possono essere o di terra o di mare e, a seconda dell'epoca storica riescono a prevalere le prime o le seconde. Da qui la necessità di riconoscere l'importanza che hanno le vie di comunicazione con la crescita e l'evolversi della città. Sono le comunicazioni a muovere la piccola-grande economia del viaggio, dove si innestano le storie di osti e ostesse, per arrivare al mare, alle attività dei pescatori sino alla scoperta della spiaggia, all'invenzione dei bagni, "forme premoderne del distretto del piacere fatto di discoteche e parchi tematici che trattano i nostri desideri" (A. Bonomi, 2000). Il lavoro di ricostruzione storica negli studi fin qui pubblicati si è dunque basato sull'idea di fondo a geometria variabile dell'evolversi e del mutare del rapporto fra le provocazioni dell'ambiente e le risposte che la gente del luogo è stata in grado di dare a queste provocazioni. Risposte diverse in ogni tempo perché sono mutevoli le sollecitazioni ambientali e politico- economiche che fanno scoprire nel corso dei secoli un luogo che è sempre uguale e al contempo sempre diverso, qualificandosi via via da luogo di passaggio a terra proiettata verso le risorse del mare sino all'industria del turismo "che tutto tende a omologare e a cancellare, memoria e specificità". La fortuna del turismo balneare è dovuta alla conformazione del litorale su cui gravita l'economia delle rive degli ultimi tre secoli, legata al piccolo cabotaggio e alla navigazione d'alto mare, al contrabbando ed ai controlli doganali, ai pericoli del mare, alle incursioni piratesche, al problema del porto, alla organizzazione dei pescatori e in ultimo alla nascita della balneazione. A quest'ultimo punto si aggancia la microanalisi odierna, che si porta ad approfondire una parte non ancora esaurientemente trattata, cioè la formazione della città balneare che in quest'ultimo decennio ha subito e sta vivendo tuttora, dietro il maquillage della riqualificazione, l'ennesima mutazione dettata dal continuo cambiamento di tipologia vacanziera. La storia di Cattolica si snoda anche oggi come in passato in relazione ai diversi impulsi che la sua posizione geografica ha assunto nel corso del tempo, posizione che muta di valore per effetti esterni che la gente del luogo nelle varie epoche ha dimostrato di avvertire con prontezza riuscendo a tenere il passo al mutare dei valori del sito.
In questa sede, dopo una prima parte tesa ad inquadrare le caratteristiche del litorale, mettendo in evidenza anche le diversità d'uso degli arenili, come si tende a documentare nella prima parte del libro, che pone a confronto le marine di Misano e Cattolica, si è poi concentrata l'attenzione su quest'ultima e più precisamente sul processo di espansione a mare dell'abitato. Dopo la prima gemmazione di villini sul tratto di spiaggia antistante l'abitato della fine dell'Ottocento, attraverso due successive distinte fasi di sviluppo edilizio, riusciamo a seguire una serie di scelte urbanistiche e architettoniche che sono la risposta al ricambio di gusti e di mode della società dei villeggianti e alle spinte di un turismo balneare tuttora in evoluzione.
Un'ennesima immagine si aggiunge dunque al quadro di una storia in cui come in un caleidoscopio si scoprono, una dopo l'altra, sempre nuove luci e geometrie. Il protagonista è sempre il sito, gli attori protagonisti sono gli abitanti che nel tempo ne hanno mutato caratteristiche e funzioni adeguando anche le strutture ricettive e l'immagine dell'abitato alle variabili esigenze dei tempi con il risultato di plasmare nelle sue trasformazioni una città nuova ogni volta, ma pur sempre la stessa. "Talvolta città diverse si succedono sopra lo stesso suolo e sotto lo stesso nome" (Italo Calvino).
Indice:
L'aspetto giuridico dell'uso delle spiagge
Le greppe e gli staggi del mare
Flora delle sabbie
La coltivazione della vite nei litorali
Gli arenili di Misano
La bonifica di Angelo Verni
Gli arenili di Cattolica
Il desiderio delle rive e l'invenzione della spiaggia
La costruzione della città dei bagni
La trasformazione della marina. Lettura del fenomeno urbano
Le colonie marine
Gli alberghi al mare
Il Kursaal
Gli arredi di spiaggia