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Storia per luoghi - Cattolica.pdf
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Con la collana “Storia per luoghi”, si avvia un impegnativo lavoro editoriale mirato ad un’attenta analisi dei territoridella fascia costiera fra Marche e Romagna, al fine di riscoprire, con l’aiuto della storia locale, gli antichi e i nuovi caratteri delle comunità locali che possono rappresentare oggi, oltreché un indispensabile strumento di conoscenza del ricco e variegato patrimonio culturale, anche un valido ed imperdibile strumento di promozione turistica. La costellazione di luoghi fra Marche e Romagna su cui si concentra il progetto, offre materia per la ricomposizione di una estesa rete di percorsi culturali che si muovono dal mare alla collina dando materia alla costruzione di un grande museo all’aperto, con la proposizione di un palinsesto contrassegnato da una vasta gamma di beni, ambientali, storici, artistici, che vanno a diversificare le varie comunità da riscoprire, passando da un luogo all’altro, con funzioni e peculiarità specifiche. L’eredità della storia rappresenta un capitale su cui investire per lo sviluppo e il legame con la cultura locale, sia essa materiale o immateriale, diventa il tramite indispensabile per la valorizzazione di un territorio e l’attivazione di nuovi processi economici. Negli ultimi anni si è significativamente modificato l’approccio turistico ai luoghi di vacanza, dove sempre più si vanno a ricercare i beni culturali attraverso una loro corretta ed accattivante contestualizzazione storico-territoriale. La vacanza di piacere si associa alla vacanza di conoscenza e si evince da qui la necessità di un’offerta che integri le risorse turistiche primarie e secondarie in modo coerente e con una forte connotazione di unicità, il cui successo viene garantito dalla capacità di coordinamento e di aggregazione di queste caratteristiche. L’idea di dare sistematicità e divulgazione alla local history, cercando di mostrarne le forti potenzialità di sfruttamento anche economico, si traduce nella organizzazione di un racconto storico non per addetti ai lavori o per appassionati, ma indirizzato invece a un largo pubblico, al fine di trasmettere il sapere a più livelli, con il ricorso anche alla comunicazione visiva elaborata attraverso un copiosissimo apparato di illustrazioni che accompagnano, coerentemente, gli argomenti sviluppati nel testo. L’intento è quello di indicare la storia locale quale possibile fonte di reddito, una miniera di informazioni e di materiali di conoscenza e ispirazione, il serbatoio a cui far riferimento e attingere per la progettazione di tutto un insieme di azioni culturali e produttive. Nella “Storia per luoghi”, ogni singolo volume si presta ad essere la tessera di un mosaico che potrà fornire alle scuole, agli amministratori, ad imprenditori del turismo e ad altre categorie, elementi per la creazione di un ecomuseo territoriale, che travalica i confini di ogni singolo comune, offrendo l’opportunità di rafforzare per ognuno di essi, la propria unicità all’interno della rete dei percorsi culturali-turistici che il pubblico o il privato vorrà attivare. Il primo volume prende in esame Cattolica, terra bagnata dal mare Adriatico e lambita da due fiumi importanti: l’uno già segnalato dagli scrittori dell’antichità classica (Crustumium/Conca), l’altro documentato soprattutto dall’età medievale in poi quale limite fisico e confine storico-amministrativo di giurisdizioni civili e plebali, comuni, diocesi, regioni e persino stati (Tavollo). Nell’immediato retroterra di questo lembo più meridionale della Romagna, la pianura alluvionale compresa tra Conca e Tavollo ha consentito all’uomo di concretizzare una fruttuosa economia agricola fin dalle epoche più antiche, interrotta per un certo lasso di tempo e poi rivitalizzata nel basso medioevo con la fondazione, pressoché contemporanea, di due insediamenti ancor oggi in qualche modo complementari ed integrati nell’organizzazione amministrativa del territorio: Cattolica e San Giovanni in Marignano. La terra di Cattolica ha avuto certamente ab antiquo, come ben si evince dagli studi sull’insediamento di età romana, una stretta connessione con l’importante asse stradale della Flaminia. Dunque Cattolica nasce come insediamento di strada, Strassendorf, parafrasando il termine derivato dalla tradizione storiografica tedesca con cui si designa appunto l’organizzazione planimetrica nastriforme dell’abitato. Gli scavi archeologici però non hanno ancora restituito nessun elemento tangibile del tracciato viario, per cui a tutt’oggi, manca ancora la certezza del percorso della Flaminia, che non è riaffiorato neppure durante le recenti indagini svolte ai margini dell’attuale sede stradale che attraversa il centro storico e che si tende a ritenere coincidente con quella antica. L’insediamento di strada si riconferma nel nucleo abitativo medievale, ben riconoscibile anche nelle planimetrie sei-settecentesche con la tipica forma “a nastro”, mantenutasi fino all’età contemporanea quando l’andamento arcuato del percorso consentirà di disegnare un segmento di raccordo, una sorta di ‘corda’ dalla pendenza costante, al fine di migliorare la viabilità della “strada corriera”, connotata dall’ “ardente salita” che collegava il piano del litus maris con la pianura terrazzata sovrastante. Qui si era sviluppata un’importante economia della strada, contrassegnata dalla presenza di strutture ricettive al servizio dei viaggiatori, vere e proprie “aziende stradali” dotate di terreni e orti per la produzione dei generi vittuari e di adeguati ambienti per il ricovero degli animali. Un microcosmo, insomma, quello dell’osteria albergo (hospitium nell’età medievale), identificabile dalla specifica insegna di riconoscimento che nel corso dell’età moderna darà spazio anche al servizio pubblico della posta, quale tappa di alta frequentazione. Cattolica mostra dunque come suo primo carattere originale quello di luogo di sosta, di stazione capace di offrire ospitalità unitamente ad una pluralità di servizi che manterrà fino alla realizzazione della ferrovia. La via Flaminia, che rappresenta lo spirito vitale di quest’economia di lunga durata, dà adito però anche a periodi di forte congiuntura in occasione dei passaggi di eserciti e banditi. Si assiste allora all’abbandono dell’abitato e alla nascita di insediamenti militari, come, nell’età bizantina, nel caso del castello di Conca e della pieve omonima dedicata a San Giorgio, di cui si è riusciti fin dal 1979 ad accertare l’ubicazione sul Monte Vici, nonostante la difficoltà di poterne rinvenire tracce archeologiche, dopo gli sbancamenti e il conseguente intervento edilizio degli anni cinquanta del Novecento che ha portato alla costruzione del fabbricato adibito prima a colonia marina, poi a locale notturno, che ingloba ancor oggi l’antica struttura della turris de Conca. Con il ripopolamento del luogo nell’età medievale e la costruzione di un nuovo castrum nel medesimo sito del villaggio (vicus) di età romana, si recupera per l’intitolazione un toponimo preesistente, Cattolica, di cui, in questa sede, per la sua rilevanza storica e politica, si dà ampia trattazione. Dal basso medioevo a tutto il Quattrocento l’insediamento, nonostante momenti di crisi causati dalle azioni di guerra che trovano teatro in questo territorio, conferma le sue peculiarità di centro viario, ma è soprattutto dagli anni centrali del Cinquecento che si documenta la progressiva crescita dell’abitato con lo sviluppo delle attività legate al transito che si intensifica a tal punto da motivare l’erezione di un ospedale per i pellegrini ed anche un progetto di fortificazione per difendere il luogo dai banditi e da possibili incursioni dal mare da parte dei corsari turchi. L’economia della strada va dunque a caratterizzare il borgo, che mantiene nel lungo periodo anche il legame con la città di Rimini, da cui viene amministrato tramite un delegato con mansioni di capitano e giudice, alla stregua di quanto accadeva già in età romana, come tradisce il rinvenimento, nell’Ottocento, a pochi passi dalla Rocca, della tabella bronzea dei pesi e delle misure, ora conservata al Louvre di Parigi, che fa appunto riferimento agli ‘edili’ preposti a controllare eventuali abusi nelle pratiche di commercio. Con il passare dei secoli insomma si mantiene un’identità originaria evocata persino nell’iscrizione commemorativa della pietra augurale della chiesa di San Pio V che, citando il vicus Crustumii, getta un ideale ponte di collegamento con l’antichità, marcando una coincidenza di caratteri identitari fra l’abitato di età romana e il villaggio/borgo dell’epoca moderna. Ề ascrivibile invece ai secoli dell’età moderna la maturazione dell’identità marinara, sviluppatasi fra Sei e Settecento in virtù di profonde trasformazioni che investono il Mediterraneo e portano all’incremento delle attività di pesca in acque alturiere e alla nascita delle marinerie nei porti di “sottovento”. La comunità di Cattolica risulta esemplare a cogliere le nuove opportunità di lavoro sul mare ed è significativa la straordinaria crescita del settore, nonostante l’assenza di strutture portuali, realizzate solo alla metà dell’Ottocento. Dalle elementari pratiche di pesca costiera documentate fino alla fine del Cinquecento (sole due ‘tratte’ si registrano nel 1577), si assiste fra Sei e Settecento ad una graduale, ma costante apertura verso le arti della navigazione e della pesca che porteranno alla formazione di una marineria molto attiva nonostante la mancanza di adeguate strutture portuali che, una volta realizzate (1853), daranno ulteriore spinta al carattere marittimo di Cattolica, segnalata nelle statistiche ministeriali degli anni Trenta del Novecento come terzo porto peschereccio d’Italia. Alla nuova economia della pesca, che si affianca a quella più antica della strada e dell’ospitalità, si aggiungerà poi fra Otto-Novecento l’inedita economia della spiaggia in cui le risorse salutistiche del mare, del clima e dei bagni terapeutici verranno messe a frutto con la creazione di una nuova ospitalità, non più legata alla strada e al transito, ma alla villeggiatura estiva ed al piacere sulle rive dell’Adriatico. Si susseguono dunque diverse identità che si alternano sulle due direttrici della strada e del mare che segnano i caratteri originali del luogo e della sua comunità, identità ben evidenziate anche nell’attuale forma urbis, sintesi di una città, ridisegnata dopo il sofferto periodo del secondo conflitto bellico, con la rinascita che porterà agli anni del boom economico. La forma urbis ingloba il primitivo insediamento di strada; il quartiere portuale ottocentesco in origine separato dall’abitato principale e caratterizzato nel primo Novecento anche dalla presenza dei nuovi impianti industriali (conservifici); la gemmazione lungo il litorale dei villini prima e degli alberghi poi, indicatori di un iniziale progetto di città giardino e successivamente dell’imporsi dell’industria, con il rapido ed intenso sviluppo edilizio nella marina del secondo dopoguerra. Una storia di lungo periodo viene dunque condensata nella pubblicazione di questo volume cartaceo in quarto grande, riccamente illustrato (pp. 524)