Lavoro sperimentale aggiuntivo, speculare alla stesura dell’opera in cartaceo, Cattolica, Storia per luoghi I, è rappresentato dalla ricostruzione virtuale, ideata e coordinata dalla scrivente, tradotta da Loreno Confortini in una serie di disegni e vedute prospettiche e da Carlo Cestra (Carlo Cestra Digital Productions) nel rendering e audio-video. Con il supporto della tecnologia, grazie alla sensibilità e al sostegno della BCC di Gradara, si è prodotta una guida storica innovativa appaiata al libro, che, per il forte impatto di comunicazione, si presta ottimamente per la promozione del luogo e per la didattica scolastica. Si è creata insomma una ricostruzione digitale 3D dell’evoluzione dell’insediamento, dall’antichità al Settecento. L’audio-video, della durata di 25 minuti, mette a frutto tecnologie digitali innovative per una maggiore e più efficace divulgazione del racconto storico grazie alla ricostruzione virtuale delle trasformazioni urbanistiche dell’insediamento, di grande effetto comunicativo. Il legame con la cultura locale, sia essa materiale o immateriale, è un fattore di grande importanza per la valorizzazione di un territorio e questa cultura oggi sempre più si identifica come un capitale su cui investire per lo sviluppo. Il lavoro sulla Storia di Cattolica, primo segmento della collana “Storia per luoghi”, anche per chi solitamente non è incline alla frequentazione di mostre, musei, biblioteche, archivi, intende fornire sperimentalmente una sorta di guida per avere cognizione del patrimonio culturale e suggerire nuove strategie di richiamo turistico. Per raggiungere l’obiettivo occorre abbattere la concezione elitaria del rapporto turismo-beni culturali perché questa si riflette negativamente sia sullo sviluppo locale basato sul marketing turistico, sia sulla salvaguardia e valorizzazione del patrimonio, la cui accessibilità e conoscenza non può essere pensata come destinata solo ad una ristretta cerchia di fruitori. La costellazione di luoghi fra Marche e Romagna su cui si concentra il progetto, offre materia per la ricomposizione di una estesa rete di percorsi culturali che si muovono dal mare alla collina a costituire un museo all’aperto, un palinsesto contrassegnato da una vasta gamma di beni, paesaggistici, storici, artistici, antropologici che vanno a caratterizzare le varie comunità con le loro specifiche peculiarità. Negli ultimi anni si è significativamente modificato l’approccio turistico ai luoghi di vacanza, dove sempre più si vanno a ricercare i beni culturali attraverso una loro corretta ed accattivante contestualizzazione storico-territoriale. L’intento è quello di indicare la storia locale quale possibile fonte di reddito, una miniera di informazioni e di materiali di conoscenza e ispirazione, il serbatoio a cui far riferimento e attingere per la progettazione di tutto un insieme di azioni culturali e produttive. Un sito che fu centro di valori e di saperi nei secoli passati si presta ad essere considerato rispetto alla sua capacità attuale di produrre cultura e attivare nuove risorse, quindi la conoscenza della storia locale va assorbita fin dalla più giovane età e deve trasparire non solo nelle esposizioni museali, ma diffondersi nella scuola, negli esercizi pubblici e privati, nelle iniziative di promozione delle amministrazioni comunali, alle quali soprattutto si chiede di ispirarsi a quel patrimonio per attirare visitatori, per allungare la stagione turistica. Quando lo sviluppo delle attività turistiche mira a coinvolgere settori del patrimonio locale a lungo trascurati, la comunità che lo promuove esprime la volontà di riappropriarsi della propria identità, a volte offuscata dal sovrapporsi di modelli e prerogative imposti o sollecitati dall’esterno. L’orientamento odierno è invece di far leva proprio su questi settori rimasi in ombra, ricorrendo anche a mezzi di comunicazione diversi, mettendo a frutto le potenzialità della tecnologia digitale. La “Storia per luoghi” è un invito a riflettere con ottimismo, in un tempo di crisi, anche su heritage e turismo come opportunità per uno sviluppo integrato. Parte insomma un “viaggio culturale” attraverso centri storici con un passato prezioso da rivalutare e indirizzare nello sviluppo economico.