Catalogo della mostra, tesa a proporre visivamente i processi di trasformazione ambientale ed urbanistica della marina di Cattolica dalla metà dell’Ottocento agli anni ’40 del Novecento. Il metodo di indagine storico-topografico è parso per certi versi molto simile a quello dello scavo archeologico; da qui l’idea di riprendere il termine ‘archeologia’, legandolo al lavoro di riscoperta anche delle prime costruzioni nell’arera di marina oggi scomparse. La ricerca topografica, tendente ad individuare l’impianto residenziale balneario delle origini, i suoi mutamenti, i rapporti con le preesistenze ambientali e con l’antico insediamento dislocato sulla via Flaminia dedito da secoli all’ospitalità, ha dimostrato l’esistenza di un primo insediamento a mare non più afferrabile a memoria d’uomo e quasi totalmEnte scomparso nella invasiva edilizia contemporanea. Perciò a buon titolo si può parlare di ‘archeologia balneare’, cioè di una sorta di ricognzione topografica dei ‘ruderi’ dei primi impianti ricettivi, villini, stabilimento balneare, da considerarsi quasi ‘monumenti’ nella nascita della marina. Lo stabilimento balneare ottocentesco, gran parte dei villini di fine secolo, sono scomparsi o inglobati in nuove strutture edilizie e l’attuale aspetto della ‘marina’ rende pressoché irriconoscibile il paesaggio e l’impianto architettonico della prima gemmazione a mare del nucleo storico di Cattolica sviluppato sulla via Flaminia. L’analisi effettuata ha permesso l’elaborazione di una ‘carta archeologica della marina’ in cui è possibile riconoscere ed individuare i ‘monumenti’ della prima ‘stagione dei bagni’ che ormai solo le antiche immagini fotografiche possono restituire alla memoria.